CONCENTRAMENTO ORE 8.30 MONUMENTO DEI CADUTI
PARTENZA INDICATIVAMENTE ORE 9.00
PERCORSO: dal Monumento dei Caduti fino in piazza C.Battisti, passando per Corso Cavour e per il centro storico. In piazza Cesare Battisti si terrà una lezione in piazza su cosa sta succedendo in Italia e, infine, il comizio con interventi liberi.
Gli studenti non possono più tollerare la situazione della scuola pubblica, sempre più presa di mira dai tagli che questa politica di Austerity comporta. Non ultimo, il DDL Stabilità h
a suscitato una protesta di quasi tutti i professori che si traduce sostanzialmente in
-ABOLIZIONE DELLE GITE E DI TUTTE LE ATTIVITA' EXTRACURRICOLARI.
Inoltre, un altro disegno di legge ancora oggetto di discussione, il DDL ex Aprea, ora 953, prevede
-la possibilità per le aziende di entrare a far parte del consiglio di istituto
- la totale autonomia decisionale per le scuole di regolare gran parte dei diritti degli studenti (ora sanciti da testi di legge validi a livello nazionale).
Per tutti questi motivi, insieme ai RAPPRESENTANTI di quasi tutte le scuole, abbiamo deciso di indire una MANIFESTAZIONE PROVINCIALE a Macerata, che si terrà sabato 24, in concomitanza con lo sciopero nazionale dei lavoratori della scuola.
VI INVITIAMO A LEGGERE LA NOSTRA PIATTAFORMA, IN CUI SONO ESPOSTI TUTTI I MOTIVI PER CUI ABBIAMO DECISO DI SCENDERE IN PIAZZA:
La scuola pubblica è ormai da anni martoriata da tagli e politiche poco lungimiranti. L’istruzione italiana, con la sua didattica obsoleta e i fondi che scarseggiano sempre più, non è al passo con quella del resto dell’Europa e del mondo.
Ai gravi danni provocati dalla riforma Gelmini e dai tagli lineari del ministri Profumo, si aggiungono due provvedimenti che renderanno ancora più difficile la carriera scolastica dei giovani italiani: si tratta del Ddl stabilità e del Ddl 953.
1) Disegno di legge di stabilità
La legge di stabilità, di cui sentiamo tanto parlare in televisione, alla radio e sui giornali, altro non è che la Manovra Finanziaria che si approva in autunno ogni anno. Quella per il 2013, che è in votazione in questi giorni, prevede, oltre all’aumento dell’1% dell’IVA, tagli lineari che, aggiungendosi a quelli già gravosi imposti dalla Spending Review, andranno a pesare sulle spalle delle famiglie, dei pensionati, dei lavoratori e anche degli studenti.
Il disegno di legge è in continua elaborazione ed alcune parti sono cambiate nelle ultime settimane. Il testo originario prevedeva un aumento delle ore di lavoro degli insegnanti che sarebbero passate da 18 a 24, il che avrebbe permesso di licenziare un precario ogni tre cattedre. Gli insegnanti si sono naturalmente mobilitati contro questo provvedimento; ma come lo hanno fatto?
In molte scuole della provincia di Macerata, il collegio docenti ha deciso di bloccare i viaggi d’istruzione e le attività extrascolastiche. Gli obiettivi di questa azione sono due:
- Bloccare il traffico economico che gira attorno ai viaggi di istruzione, in modo da creare un disagio che si ripercuota sullo Stato stesso;
- Suscitare il malcontento degli studenti che, privati di questi servizi, avrebbero protestato a loro volta.
Con le modifiche apportate successivamente al Ddl, la parte che prevedeva l’aumento delle ore è stata fortunatamente cassata. I professori, tuttavia, stanno continuando la protesta poiché il testo di legge è ancora poco chiaro.
La conseguenza di tutto ciò è che gli studenti, la cui condizione è già resa difficile da una scuola pubblica martoriata dalle riforme della Gelmini e di Profumo, si ritrovano privati di servizi di cui hanno sempre usufruito: viaggi d’istruzione, corsi di recupero, attività extracurricolari, certificazioni di lingua; si tratta di tante attività che, pur non essendo curricolari, hanno un valore formativo pari a quello di una lezione in classe e contribuiscono a suscitare l’interesse dello studente. Il disagio dei professori, dunque, va a pesare sulle spalle degli studenti, già gravate economicamente dalla stessa legge di stabilità che va a colpire le loro famiglie.
È giusto che siano gli studenti a dover pagare la politica sbagliata del governo? È giusto che i giovani, che sono il futuro economico, politico e sociale del paese, siano i primi da cui prendere soldi nei momenti di crisi?
2) Ddl 953 (ex Aprea)
Si tratta di un disegno di legge che punta a riformare la governance della scuola. Il ddl prevede diversi provvedimenti:
• La regolamentazione di organi come il Consiglio d’Istituto, il Consiglio dei Docenti e il Consiglio di Classe non sarà più regolato da una legge nazionale ma dipenderà dai singoli istituti. Ciò comporta poca chiarezza dei regolamenti e una disparità per quanto riguarda la democrazia dei vari istituti.
• Aziende private entreranno a far parte del Consiglio d’Istituto, incidendo sulla didattica e prendendo dunque decisioni per la nostra istruzione. È ovvio che gli interessi privati che ha un’azienda sono diversi dagli obiettivi che dovrebbe avere la scuola pubblica. Se questa legge venisse approvata, la scuola potrebbe ancora essere considerata pubblica?
• Abrogazione degli articoli del testo unico che sanciscono il diritto di assemblea di studenti e genitori
• Il Ddl omette la necessaria partecipazione studentesca dei rappresentanti di classe e dei genitori: tutto dipenderà dai singoli regolamenti d’istituto
• Non è più sancito a livello nazionale il diritto di voto di studenti e genitori in consiglio di classe
La conseguenza di questi provvedimenti è che questi diritti, non più sanciti da una legge nazionale, dipenderanno dai vari regolamenti d’istituto. Ciò comporterebbe gravi disparità tra i vari istituti, che potranno decidere se concedere o meno la rappresentanza studentesca.
-ABOLIZIONE DELLE GITE E DI TUTTE LE ATTIVITA' EXTRACURRICOLARI.
Inoltre, un altro disegno di legge ancora oggetto di discussione, il DDL ex Aprea, ora 953, prevede
-la possibilità per le aziende di entrare a far parte del consiglio di istituto
- la totale autonomia decisionale per le scuole di regolare gran parte dei diritti degli studenti (ora sanciti da testi di legge validi a livello nazionale).
Per tutti questi motivi, insieme ai RAPPRESENTANTI di quasi tutte le scuole, abbiamo deciso di indire una MANIFESTAZIONE PROVINCIALE a Macerata, che si terrà sabato 24, in concomitanza con lo sciopero nazionale dei lavoratori della scuola.
VI INVITIAMO A LEGGERE LA NOSTRA PIATTAFORMA, IN CUI SONO ESPOSTI TUTTI I MOTIVI PER CUI ABBIAMO DECISO DI SCENDERE IN PIAZZA:
La scuola pubblica è ormai da anni martoriata da tagli e politiche poco lungimiranti. L’istruzione italiana, con la sua didattica obsoleta e i fondi che scarseggiano sempre più, non è al passo con quella del resto dell’Europa e del mondo.
Ai gravi danni provocati dalla riforma Gelmini e dai tagli lineari del ministri Profumo, si aggiungono due provvedimenti che renderanno ancora più difficile la carriera scolastica dei giovani italiani: si tratta del Ddl stabilità e del Ddl 953.
1) Disegno di legge di stabilità
La legge di stabilità, di cui sentiamo tanto parlare in televisione, alla radio e sui giornali, altro non è che la Manovra Finanziaria che si approva in autunno ogni anno. Quella per il 2013, che è in votazione in questi giorni, prevede, oltre all’aumento dell’1% dell’IVA, tagli lineari che, aggiungendosi a quelli già gravosi imposti dalla Spending Review, andranno a pesare sulle spalle delle famiglie, dei pensionati, dei lavoratori e anche degli studenti.
Il disegno di legge è in continua elaborazione ed alcune parti sono cambiate nelle ultime settimane. Il testo originario prevedeva un aumento delle ore di lavoro degli insegnanti che sarebbero passate da 18 a 24, il che avrebbe permesso di licenziare un precario ogni tre cattedre. Gli insegnanti si sono naturalmente mobilitati contro questo provvedimento; ma come lo hanno fatto?
In molte scuole della provincia di Macerata, il collegio docenti ha deciso di bloccare i viaggi d’istruzione e le attività extrascolastiche. Gli obiettivi di questa azione sono due:
- Bloccare il traffico economico che gira attorno ai viaggi di istruzione, in modo da creare un disagio che si ripercuota sullo Stato stesso;
- Suscitare il malcontento degli studenti che, privati di questi servizi, avrebbero protestato a loro volta.
Con le modifiche apportate successivamente al Ddl, la parte che prevedeva l’aumento delle ore è stata fortunatamente cassata. I professori, tuttavia, stanno continuando la protesta poiché il testo di legge è ancora poco chiaro.
La conseguenza di tutto ciò è che gli studenti, la cui condizione è già resa difficile da una scuola pubblica martoriata dalle riforme della Gelmini e di Profumo, si ritrovano privati di servizi di cui hanno sempre usufruito: viaggi d’istruzione, corsi di recupero, attività extracurricolari, certificazioni di lingua; si tratta di tante attività che, pur non essendo curricolari, hanno un valore formativo pari a quello di una lezione in classe e contribuiscono a suscitare l’interesse dello studente. Il disagio dei professori, dunque, va a pesare sulle spalle degli studenti, già gravate economicamente dalla stessa legge di stabilità che va a colpire le loro famiglie.
È giusto che siano gli studenti a dover pagare la politica sbagliata del governo? È giusto che i giovani, che sono il futuro economico, politico e sociale del paese, siano i primi da cui prendere soldi nei momenti di crisi?
2) Ddl 953 (ex Aprea)
Si tratta di un disegno di legge che punta a riformare la governance della scuola. Il ddl prevede diversi provvedimenti:
• La regolamentazione di organi come il Consiglio d’Istituto, il Consiglio dei Docenti e il Consiglio di Classe non sarà più regolato da una legge nazionale ma dipenderà dai singoli istituti. Ciò comporta poca chiarezza dei regolamenti e una disparità per quanto riguarda la democrazia dei vari istituti.
• Aziende private entreranno a far parte del Consiglio d’Istituto, incidendo sulla didattica e prendendo dunque decisioni per la nostra istruzione. È ovvio che gli interessi privati che ha un’azienda sono diversi dagli obiettivi che dovrebbe avere la scuola pubblica. Se questa legge venisse approvata, la scuola potrebbe ancora essere considerata pubblica?
• Abrogazione degli articoli del testo unico che sanciscono il diritto di assemblea di studenti e genitori
• Il Ddl omette la necessaria partecipazione studentesca dei rappresentanti di classe e dei genitori: tutto dipenderà dai singoli regolamenti d’istituto
• Non è più sancito a livello nazionale il diritto di voto di studenti e genitori in consiglio di classe
La conseguenza di questi provvedimenti è che questi diritti, non più sanciti da una legge nazionale, dipenderanno dai vari regolamenti d’istituto. Ciò comporterebbe gravi disparità tra i vari istituti, che potranno decidere se concedere o meno la rappresentanza studentesca.